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Torna al Forum03/02/2017 MILAN KUNDERA
Creata da pippa73
il
510
6 anni
«Cosa fai ancora qui?». La sua voce non era cattiva, ma non era neppure gentile; Sylvie si stava irritando.
«E dove dovrei essere?» chiese Irena.
«A casa tua!».
«Vuoi dire che qui non sono più a casa mia?».
Naturalmente non voleva cacciarla dalla Francia, né farla sentire una straniera indesiderabile: «Sai benissimo cosa voglio dire».
«Sì, lo so, ma ti sei dimenticata che qui ho il mio lavoro? la mia casa? i miei figli?».
«Senti, conosco Gustaf. Farà di tutto perché tu possa tornare nel tuo paese. E le tue figlie… Non raccontarmi storie! Ormai hanno la loro vita! Dio santo, Irena, quel che sta succedendo da voi è così affascinante! In una situazione del genere le cose si sistemano sempre».
«Ma Sylvie! Non ci sono solo gli aspetti pratici, il lavoro, la casa. Vivo qui da vent’anni. La mia vita è qui!».
«C’è una rivoluzione da voi!». Lo disse in un tono che non ammetteva repliche. Poi rimase zitta. Con quel silenzio, voleva dire a Irena che quando accadono grandi cose non si deve disertare.
«Ma se torno nel mio paese non ci vedremo più» disse Irena per mettere l’amica in imbarazzo.
Questa demagogia dei sentimenti andò a vuoto. La voce di Sylvie si fece calorosa: «Ma cara, verrò a trovarti! Te lo prometto, davvero!».
Erano sedute l’una accanto all’altra davanti a due tazze di caffè vuote da un pezzo. Irena vide lacrime di emozione negli occhi di Sylvie, che si chinò verso di lei e le strinse la mano: «Sarà il tuo grande ritorno». E di nuovo: «Il tuo grande ritorno».
Ripetute, le parole acquistarono una tale forza che, dentro di sé, Irena le vide scritte con la maiuscola: Grande Ritorno. Smise di ribellarsi: fu stregata da immagini che d’improvviso affiorarono da vecchie letture, da film, dalla sua memoria e forse da quella dei suoi antenati: il figlio perduto che ritrova la vecchia madre; l’uomo che si ricongiunge all’amata cui l’aveva strappato una sorte feroce; la casa natale che ciascuno porta dentro di sé; il sentiero riscoperto dov’è rimasta l’impronta dei passi perduti dell’infanzia; Ulisse che rivede la sua isola dopo anni di vagabondaggio; il ritorno, il ritorno, la grande magia del ritorno.
Milan Kundera , L’ignoranza
«E dove dovrei essere?» chiese Irena.
«A casa tua!».
«Vuoi dire che qui non sono più a casa mia?».
Naturalmente non voleva cacciarla dalla Francia, né farla sentire una straniera indesiderabile: «Sai benissimo cosa voglio dire».
«Sì, lo so, ma ti sei dimenticata che qui ho il mio lavoro? la mia casa? i miei figli?».
«Senti, conosco Gustaf. Farà di tutto perché tu possa tornare nel tuo paese. E le tue figlie… Non raccontarmi storie! Ormai hanno la loro vita! Dio santo, Irena, quel che sta succedendo da voi è così affascinante! In una situazione del genere le cose si sistemano sempre».
«Ma Sylvie! Non ci sono solo gli aspetti pratici, il lavoro, la casa. Vivo qui da vent’anni. La mia vita è qui!».
«C’è una rivoluzione da voi!». Lo disse in un tono che non ammetteva repliche. Poi rimase zitta. Con quel silenzio, voleva dire a Irena che quando accadono grandi cose non si deve disertare.
«Ma se torno nel mio paese non ci vedremo più» disse Irena per mettere l’amica in imbarazzo.
Questa demagogia dei sentimenti andò a vuoto. La voce di Sylvie si fece calorosa: «Ma cara, verrò a trovarti! Te lo prometto, davvero!».
Erano sedute l’una accanto all’altra davanti a due tazze di caffè vuote da un pezzo. Irena vide lacrime di emozione negli occhi di Sylvie, che si chinò verso di lei e le strinse la mano: «Sarà il tuo grande ritorno». E di nuovo: «Il tuo grande ritorno».
Ripetute, le parole acquistarono una tale forza che, dentro di sé, Irena le vide scritte con la maiuscola: Grande Ritorno. Smise di ribellarsi: fu stregata da immagini che d’improvviso affiorarono da vecchie letture, da film, dalla sua memoria e forse da quella dei suoi antenati: il figlio perduto che ritrova la vecchia madre; l’uomo che si ricongiunge all’amata cui l’aveva strappato una sorte feroce; la casa natale che ciascuno porta dentro di sé; il sentiero riscoperto dov’è rimasta l’impronta dei passi perduti dell’infanzia; Ulisse che rivede la sua isola dopo anni di vagabondaggio; il ritorno, il ritorno, la grande magia del ritorno.
Milan Kundera , L’ignoranza
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Risposte (10)
Se sì, ti chiedo scusa ora, pur se non è stato fatto volontariamente.
Sapevo comunque che, prima o poi, ti saresti rifatta viva!
Bentornata! C😊ncy 🙋🏻
un abbraccio. ; )
Ci legge tutti i giorni, quando viene a salutarci ci fa molto piacere!
Un abbraccio a tutte!