Carnevale, tempo di Chiacchiere

Se fossero delle persone avrebbero la carta d’identità più grande del mondo!

Non basterebbe certo una riga, infatti, per trascrivere tutti i nomi che, a seconda della collocazione geografica, le Chiacchiere hanno assunto – Cróstoli, gròstoi, grustal, bugie, melatelli, cioffe, lattughe, maraviglias, gale, rosoni, sfrappole e molti altri ancora.

Il gusto è però inconfondibile: un fragrante impasto di farina, fritto o cotto al forno, successivamente spolverizzato di Zucchero al Velo PANEANGELI, a volte ricoperto di miele o di cioccolato o accompagnato con una crema di mascarpone.

L’altra peculiarità che, nonostante i nomi diversi, caratterizza le Chiacchiere è il periodo in cui vengono preparate: Carnevale.

Si racconta, infatti, che le loro origini risalgano all’antica Roma dove, per festeggiare i saturnali, delle festività equivalenti all’odierno Carnevale appunto, venivano preparate le frictilia, dolci croccanti, fritti nel grasso di maiale.

Pochi semplici ingredienti, facilità di preparazione e possibilità di cuocerne grandi quantità in breve tempo: forse saranno questi i segreti della loro popolarità.

È davvero difficile riuscire a fermarsi quando si ha di fronte un vassoio di Chiacchiere, che sembrano invitarci a continuare a mangiare, una chiacchiera dopo l’altra, proprio come quando si chiacchiera con un caro amico.